RISPONDERE DI SÉ. CURA E RESPONSABILITÀ

Udine, 18-19 Novembre 2016
RISPONDERE DI SÉ. CURA E RESPONSABILITÀ
tra diritto, filosofia, psichiatria e psicoanalisi

locandina rispondere di se definitiva-page-001Con l’iniziativa di novembre la Sezione FVG prosegue e approfondisce la riflessione avviata in maggio al festival vicino/lontano, nell’incontro La cura necessaria con Duccio Demetrio e Massimo De Bortoli. Stimolati dalla forte attenzione che il tema ha suscitato, per la sua attualità e le sue molteplici diramazioni, abbiamo coinvolto diversi enti culturali e soggetti istituzionali, nonché numerosi studiosi ed esperti di diversa formazione professionale. Rispondere di sé si sviluppa inoltre in sintonia con le attività che la Sezione ha organizzato a Pordenone per la prossima stagione, dalla presentazione a pordenonelegge del libro di Riane Eisler La vera ricchezza delle nazioni. Creare un’economia di cura, con Antonella Riem, Angelo Vianello e Claudia Furlanetto, agli incontri alla Biblioteca civica, con i Licei Leopardi-Majorana e Le Filandiere di S. Vito.

I temi

Siamo partiti dall’esigenza di volgere lo sguardo alle condizioni di fragilità e vulnerabilità, e di considerarle come possibilità universali del nostro essere umani. La fragilità è insieme esposizione alle relazioni e dipendenza da altri, esperita innanzitutto nell’infanzia, spesso negata nell’età adulta, ma mai del tutto eliminabile. L’esistenza umana ha perciò bisogno di cura per svilupparsi: cura da parte di altri e cura di sé. Un primo itinerario è dunque quello della filosofia della cura, che molti pensatori contemporanei individuano come la risposta a questa costitutiva fragilità, accentuata oggi dal disagio prodotto da logiche efficientistiche esasperate. La cura, al contrario, vuole tempo; tempo non “sprecato” ma piuttosto donato negli atti pratici con i quali si fa fronte, ogni volta in modo diverso, non calcolabile e non del tutto programmabile, alle domande della vita vulnerabile. Parlare di cura significa, d’altro canto, anche riflettere sulle ambiguità di questa nozione, fare chiarezza sul sospetto di paternalismo che spesso la lambisce. L’elogio filosofico della cura è certo legato alla critica di un’idea di un soggetto perfettamente autocentrato; non per questo esso rimuove la questione della responsabilità personale. A che cosa deve tendere, in altre parole, un lavoro di cura come quello che la filosofia, fin dalle sue origini, ha praticato, oggi riproposto da pratiche quali la consulenza filosofica? A costruire un soggetto completamente autosufficiente? Oppure ad accettare una certa dipendenza, e persino a valorizzarla, nel riconoscimento del nostro essere sempre “con” altri? Altri interrogativi sorgono a proposito del rapporto tra cura e potere, ovvero della asimmetria inevitabile tra chi cura e chi riceve cure. Per non dire delle notevoli implicazioni politiche relative all’opportunità o meno che lo Stato e le istituzioni pubbliche assumano nei confronti dei cittadini compiti di assistenza più o meno estesi, classico oggetto di dissenso tra le teorie liberali e quelle socialiste. Un secondo ingresso alla questione del rapporto tra cura e responsabilità è offerto dalla psicoanalisi, che non solo apporta il contributo di un modello antropologico originale ed “eccentrico” rispetto alla filosofia, ma soprattutto offre l’esempio di una pratica clinica, non strettamente medica, al centro della quale si trova il soggetto con il suo desiderio. Di questo desiderio si tratta di farsi carico, di riconoscerne il rapporto con la propria storia, di “imputarlo” a se stessi. Il che, naturalmente, non comporta per nulla che la psicoanalisi miri a una pura e semplice realizzazione dei desideri personali. Oggi, semmai, il variegato universo psicoanalitico è attraversato dal disaccordo sul ruolo della legge e del limite, messi alla prova, da un lato, dai rapidi cambiamenti del costume in atto nel mondo occidentale, dall’altro dall’inasprimento repressivo operante in culture diverse. Ѐ tuttavia all’incrocio tra il diritto penale e il sapere medico-psichiatrico che i concetti di responsabilità e cura entrano in gioco in tutta la loro problematicità. Qui si colgono in modo più diretto e drammatico le conseguenze effettuali delle interpretazione sottese a certe formule del linguaggio giuridico. Cosa significa, per esempio “capacità di intendere e di volere”? Perché un soggetto viene considerato responsabile di un delitto e passibile di una pena, mentre un altro viene ritenuto al contrario bisognoso di cure? Di che natura sono le valutazioni che portano a dividere in modo assai netto i destini delle persone?Si tratta, come è evidente, di questioni di confine, da esplorare con un approccio pluridisciplinare; il contributo della nostra riflessione starà non solo nell’invito a riesaminare i problemi, ma nello sforzo volto a creare uno spazio di confronto tra i saperi e le pratiche professionali, che rimanga aperto anche al di fuori delle sedi specifiche.

I relatori

MATTEO BALESTRIERI, Direttore della Clinica psichiatrica AOU.UD, Professore ordinario di
Psichiatria
CORRADO BARBAGALLO, Psichiatra e psichiatra forense. Docente ac. Clinica psichiatrica
AOU. UD
GRAZIELLA BERTO, Docente di Filosofia al Liceo Copernico di Udine, redazione di “aut aut”
BEATRICE BONATO, Docente di Filosofia al Liceo Copernico di Udine, Presidente della SFI-
FVG, membro del Comitato scientifico di vicino/lontano
DAMIANO CANTONE , Docente ISIS Malignani, redattore di “aut aut”, direttore della rivista
online “Scenari”
MARIO COLUCCI, Psichiatra DSM ASUITS, psicoanalista EPFCL, redattore “aut aut”
CLAUDIA FURLANETTO, Docente di Filosofia al Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone,
psicoanalista, membro del Direttivo SFI-FVG
GIORGIO GIACOMETTI, Docente ISIS Malignani, specialista in pratiche filosofiche e
consulenza filosofica, membro del Direttivo SFI-FVG
LIONELLA MANAZZONE, Magistrato di sorveglianza, Tribunale di Udine
PIER ALDO ROVATTI, Docente di Filosofia contemporanea all’Università di Trieste, direttore
della rivista “aut aut” e della Scuola di Filosofia di Trieste, membro del Comitato scientifico di
vicino/lontano
DAVIDE ZOLETTO, professore associato nel s.s.d M-PED/01 (Pedagogia Generale e Sociale)
presso l’Università degli Studi di Udine, redazione di “aut aut”.
Con il contributo di Progetto2
Con il sostegno di Fondazione CRUP