FILOSOFIA IN CITTA’ – LINGUAGGIO, VERITA’, SOGGETTO

View Calendar
17-03-19 11:00 - 13:00
Teatro San Giorgio, Via Quintino Sella, Udine, UD, Italia
Address: Teatro San Giorgio, Via Quintino Sella, Udine, UD, Italia

FILOSOFIA IN CITTA' 2019
ANIMALI PARLANTI. Prospettive contemporanee sul linguaggio

usignoloSecondo incontro:
Domenica 17 marzoore 11
Teatro S. Giorgio, Udine

LINGUAGGIO, VERITÀ, SOGGETTO
GRAZIELLA BERTOBRUNELLO LOTTI

Letture di Cristina Benedetti e Stefano Rizzardi
da testi di Gottlob Frege, Jacques Derrida, Michel Foucault
Musiche di Maria Beatrice Orlando
Ensemble del Conservatorio Tomadini:
Daniele Zamarian, clarinetto; Lucia Zazzaro, viola; Anna Molaro, violoncello

Programma con letture qui → FOGLIO SALA 17.3.19

 

I due relatori

image

In che modo e in quale senso il linguaggio dice la verità e può, per converso, dire il falso, mentire, ingannare? L’interrogativo sul rapporto tra linguaggio e verità compare in momenti cruciali nella storia della filosofia occidentale, in particolare dopo la “svolta linguistica” del Novecento, alla quale si deve la fioritura di studi sul rilievo fondamentale del linguaggio, ma anche la tendenza a identificare linguaggio e pensiero. Le questioni in gioco sono il nesso tra linguaggio e pensiero e la nozione di verità come adeguazione della proposizione a qualcos'altro, siano gli stati di cose del mondo o i dati sensoriali che permettono di ricostruirli. D’altro canto, proprio la riflessione logica sul linguaggio, da Frege al neoempirismo e alla filosofia analitica, ha generato la consapevolezza della irriducibilità del linguaggio a una funzione cognitiva univoca: si pensi alla concezione poco nota della “tonalità” del linguaggio in Frege, ai “giochi linguistici” di Wittgenstein, alla filosofia del linguaggio ordinario o a tesi come quella della indeterminatezza della traduzione argomentata da Quine. Da un altro punto di vista si può seguire nel pensiero contemporaneo un diverso percorso, volto a interrogare i differenti modi in cui si dice il vero: in relazione a un “testo” o ai testi di una certa tradizione filosofica o religiosa,  in rapporto a se stessi, come accade per Foucault nella confessione. Oggi si ha a volte l’impressione che, in nome di una nuova attenzione per la “realtà”, il ruolo del linguaggio venga per così dire ridimensionato, a meno di non essere esso stesso oggetto di ricerca da studiare con adeguate procedure scientifiche. Siamo sicuri tuttavia che altri giochi linguistici riconducibili al “dire la verità” manchino di pertinenza rispetto alla domanda sul rapporto tra linguaggio e verità?

Foto del pubblico al Teatro S. Giorgio

image