La presentazione di Rosso, nero e Pasolini vista da Eliana Villalta

25 ottobre2015, ore 11.00 Udine Libreria Ubik
Presentazione del volume di Enrico Petris, Rosso, nero e Pasolini, Mimesis 2015
Intervengono Damiano Cantone, Pier Luigi D’Eredità, Enrico Petris

rnp (180x270)Nonostante il nome del luogo dell’incontro evochi la più gustosa letteratura visionaria di Philip Dick, l’argomento del libro di Enrico Petris ci richiama a una realtà storica minuziosamente ricostruita, ma non per questo meno inquietante. Damiano Cantone, nell’introdurre i risultati di questa vasta ricerca – che approda a una ricostruzione riccamente documentata e non sentimentale degli anni di piombo, intrecciata all’oscurità in cui è rimasta la verità sulla morte di Pasolini – non manca di ricordare al pubblico che affollava la libreria questa semplice ma necessaria verità: la storia del terrorismo è stata ed è oggetto di una potente rimozione, non solo nella sfera pubblica, ma nei vissuti privati degli italiani. Cantone ha, successivamente, messo in luce una qualità non secondaria del libro di Enrico Petris, l’equanimità di uno studioso che si è dedicato a un periodo drammatico della nostra storia recente mosso da una profonda consapevolezza etica e politica, come ha precisato anche Pier Luigi D’Eredità. Introducendo il volume, quest’ultimo aveva già rilevato la qualità complessiva del lavoro compiuto in Rosso, nero ... continua a leggere

Una seduta del convegno nazionale della SFI vista dai nostri inviati

Venezia, 20 ottobre 2015 min. 8°C – max. 18°C

Un’eretica saggezza
Ascoltando Laura Boella e Giulio Giorello

Congresso-SFI

“Il diritto alla filosofia”. Un titolo, quello del convegno nazionale della Società Filosofica Italiana, che suona come un richiamo, se non come un vero e proprio omaggio, a Jacques Derrida, pensatore al quale la nostra sezione è particolarmente affezionata. Du droit à la philosophie è infatti il libro manifesto dedicato dal filosofo francese alla difesa di una disciplina di pensiero messa a rischio dai progetti di riforma, poi rientrati, della scuola superiore francese. Era il 1990, ma la situazione tende a ripetersi, e in Italia ci troviamo oggi, come già in precedenza, di fronte alla prospettiva di una certa riduzione, ma soprattutto di uno snaturamento, della presenza della filosofia nei percorsi di formazione. Si avverte, in questa evocazione discreta – che però torna in più di un intervento dei partecipanti – la legittima preoccupazione di una perdita di peso e di identità per la filosofia e per chi la insegna. Perdita non solo di posti di lavoro e prestigio sociale, ma soprattutto di un significato culturale e, in senso lato, politico. Al tempo stesso, si respinge il sospetto di voler semplicemente difendere una … ... continua a leggere

Lo stesso giorno del Vajont. Catastrofi e infiltrazioni

di Enrico Petris

Ora che l’obbligo delle celebrazioni è passato, possiamo ritornare un attimo al Vajont. Ricordiamo che la catastrofe avvenne per una molteplicità di cause: innalzamento del livello delle acque, precedenti smottamenti, forte piovosità, tra le quali anche le infiltrazioni e l’imbibimento delle falde argillose del monte Toc. Lo facciamo non tanto per continuare a ricordare la tragedia, ci hanno già pensato giornali locali ed intellettuali esperti, quanto piuttosto per volgere lo sguardo altrove in quell’Italia del 9 ottobre 1963. Quel giorno a Roma era in corso la manifestaziVajont_digaone nazionale degli edili per protestare contro la serrata, della durata di una settimana, minacciata dall’Acer, l’associazione dei costruttori edili romani. Nei confronti dell’associazione era schierato un vasto settore della politica capitolina. Nel suo intervento in consiglio comunale, l’assessore all’Urbanistica Petrucci definiva inaccettabile il tentativo di ammorbidire alcuni vincoli previsti dal piano regolatore contenuti nelle rivendicazioni dei costruttori. Così come riteneva inaccettabile il giudizio negativo sul blocco delle licenze di costruzione di cui si lamentavano sempre i costruttori. Dati alla mano, Petrucci comunicava che nei primi mesi del 1963 erano state concesse licenze per 192 mila vani. mentre, in media, il totale dell’attività edificatoria, negli anni precedenti, si era mantenuto … ... continua a leggere

Intervista di Claudia Furlanetto a Eugenio Borgna attorno al libro “Parlarsi. La comunicazione perduta”

Intervista di Claudia Furlanetto a Eugenio Borgna attorno al libro Parlarsi. La comunicazione perduta, Einaudi 2015.
Pordenonelegge, 19 settembre 2015.

podenoneleggeParlarsi. La comunicazione perduta.
C.F. Cominciamo a riflettere a partire dal titolo che è una sorta di caleidoscopio semantico. Parlarsi può essere inteso come un parlare intersoggettivo, parlare all’altro, ma anche come un parlarsi intrasoggettivo, un parlare a sé. In che relazione sono queste due dimensioni del parlarsi? Anche il sottotitolo lascia intravvedere più direzioni possibili di senso: la comunicazione è perduta quando è vuota chiacchiera, ma c’è un perdersi nella comunicazione, che è fatta di silenzi, di parole insufficienti a dire ciò che si prova, dove la comunicazione si apre a nuove possibilità. Può introdurci e guidarci in queste molteplici direzioni di senso cui allude il titolo della sua opera?
E.B. Una domanda bellissima, come ogni sua domanda, che si confronta con la molteplicità dei significati che alcune parole, queste creature viventi, hanno in sé, ma che si confronta anche con il fatto che un testo scritto, lo diceva Platone nel Fedro, si consegna indifeso agli occhi di chi lo legga. Sulla scia di queste premesse, vorrei dirle che, nelle intenzioni dell’editore e mie, il titolo avrebbe dovuto … ... continua a leggere

Resoconto del seminario Attività inoperose sul libro di Giorgio Agamben “L’uso dei corpi”

Protocollo del seminario Attività inoperose sul libro di Giorgio Agamben L’uso dei corpi di Graziella Berto e Beatrice Bonato

copernico7 ottobre 2015 Aula Magna del Liceo Copernico, Udine

Beatrice Bonato esordisce riordinando il progetto di Agamben e mettendo opportunamente in luce il problema della doppia numerazione di Homo sacer 2.2. L’attenzione di Agamben si è concentrata sulla figura del homo sacer. Figura del diritto romano che indica la condizione dell’uomo messo al bando, ridotto a una situazione di “nuda vita”, quindi privato delle protezioni e della dignità della vita riconosciuta, il bios, e perciò uccidibile senza il pericolo di commettere omicidio. Non sacrificabile, ma uccidibile. È la condizione a cui sono stati ridotti gli ebrei e gli internati nei campi di sterminio nel Novecento. Ma è anche la condizione a cui sono ridotte le masse di esseri umani che la guerra e la fame spingono alla migrazione. Un’altra figura associabile alla nuda vita è quella dell’uomo ridotto a pura risorsa umana nel capitalismo finanziario contemporaneo. Sulla distinzione tra zoe e bios la Sfifvg ha lavorato negli anni scorsi soprattutto in rapporto al pensiero di Derrida. Il legame tra homo sacer e l’uso dei corpi è molto forte. Agamben porta … ... continua a leggere

Commesse suicide ed ebrei antisemiti

Commesse suicide ed ebrei antisemiti

Recensione del libro di Roberto Curci, Via San Nicolò 30. Traditori e traditi nella Trieste nazista, Il Mulino, Bologna 2015

di Enrico Petris

Perché si suicidarono le commesse della libreria di Saba? Sembra essere questo l’interrogativo del libro dal titolo toponomastico di Roberto Curci, Via San Nicolò 30. Traditori e traditi nella Trieste nazista, Il Mulino, Bologna 2015. Curci, che non è uno storico di professione, ma utilizza materiali di archivio con rigore e padroneggia la curci (1)letteratura critica sull’argomento, ha diretto le pagine culturali de “Il Piccolo”, ha scritto romanzi (L’enigma di Boltzmann, 2012) e saggi su Joyce e sui cimiteri triestini. Apre questo libro dichiarando che parlerà di sparizioni. Anche il fortunato libretto di Pierre Zaoui sulla discrezione parlava di sparizioni, di negazioni di sé, qui però si tratta di sparizioni di persone che o muoiono, o non si fanno trovare o si nascondono, o fuggono. Le due giovani commesse sorelle vittime dell’ingestione di fialette di acido fenico, Margherita e Malvina Frankel sparirono suicidandosi ad aprile e giugno 1922. La loro madre era Elena Fano, prima cugina di Carolina (Lina) Wölfer, moglie di Umberto Poli, poi Saba. Le due … ... continua a leggere

Il presente vivente della filosofia e la mobilitazione totale

Gli incontri filosofici di pnlegge. Report di Eliana Villalta

Il presente vivente della filosofia e la mobilitazione totale

podenoneleggeTra le molte proposte filosofiche dell’edizione 2015 del festival pnlegge, due mi sono sembrate significativamente legate anche se distanti dal punto di vista delle premesse teoriche.
Le presentazioni delle ultime pubblicazioni di Roberto Esposito e Maurizio Ferraris, rispettivamenteLe persone e le cose (Einaudi) e La mobilitazione totale (Laterza) –chiare, brillanti, affollate – hanno fissato la loro attenzione soprattutto sulle questioni “viventi” del nostro presente complesso e in continua mutazione. L’efficacia comunicativa e il sincero e riuscito sforzo divulgativo sono stati elementi di grande pregio filosofico e culturale, in un momento come il nostro in cui la distanza della sfera pubblica dalla filosofia e il desiderio di comprensione delle grandi trasformazioni in atto, faticano a incontrarsi. Ritengo quindi che la scommessa edimobilitazionetoriale e di trasmissione compiuta da Esposito e Ferraris, sia non solo riuscita, ma anche ammirevole sul piano di un impegno filosofico e civile niente affatto scontato.
Roberto Esposito decostruisce la dicotomia tradizionale fra le persone e le cose, cercando di ritrovare, attraverso le questioni legate al corpo-oggetto e al corpo-proprio, un duplice varco verso una riflessione sulle biotecnologie e … ... continua a leggere

Il peso del corpo. Beatrice Bonato presenta Le voci del corpo

Presentazione del Quaderno di “Edizione” 2014 Le voci del corpo, Mimesis 2015 a pordenonelegge

Interventi di Beatrice Bonato, Daniela Floriduz, Caudia Furlanetto, Francesco Stoppa, Claudio Tondo, Roberto Cescon, Patrizia D’Agostino, Cristina Di Fusco, Marco Durigon, Diego Kriscak, Silvia Pellegrini, Stefano Stefanel, Eliana Villalta

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Le voci del corpo, a cura di Claudia Furlanetto e Claudio Tondo, Mimesis, Milano-Udine 2015.
Il libro propone una serie di spunti per una riflessione sul tema del corpo cercando di articolare insieme più punti di vista che attraversano varie discipline: dalla filosofia all’arte, dalla letteratura alla psicoanalisi, dallo sport all’approccio sinestesico all’esperienza dei non vedenti, lambendo campi del sapere per lo più sconosciuti, come la vibroacustica. Il volume è nato da una collaborazione tra il Liceo Leopardi-Majorana e la Società Filosofica Italiana, sez. Friuli Venezia Giulia.

Il peso del corpo di Beatrice Bonato

Le voci del corpo, ultimo volume dei Quaderni di “Edizione”, a cura di Claudia Furlanetto e Claudio Tondo, nasce dalla collaborazione tra il Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone e la Sezione FVG della Società Filosofica Italiana. Presentato per la prima volta nel maggio scorso a vicino/lontano dai curatori e dallo psicoanalista Alberto … ... continua a leggere

L’intervento di Damiano Cantone su Sospendere la competizione

L’intervento di Damiano Cantone su Sospendere la competizione di Beatrice Bonato a pordenonelegge 2015

C’è una cosa che voglio dire subito all’inizio di questo dibattito. Quello di Beatrice Bonato è un autentico testo di filosofia, come non se fanno molti. Cosa intendo con questa frase sibillina? Intendo che in questo libro, finalmente, fa quello che la filosofia dovrebbe fare: vedere qualcosa di problematico là dove nessuno vede problemi, mettere in discussione i fondamenti del senso comune, spostare il nostro sguardo per farci vedere qualcosa che se ne stava nell’ombra e agiva di conseguenza. Non si limita al commento, alla chiosa, all’ermeneutica, contiene una tesi forte, esplosiva, e la difende e la argomenta in modo coerente.
librobonatoLa tesi è espressa in modo chiaro la prima riga del testo: “nella costellazione concettuale che chiamiamo neoliberismo, la nozione di competizione riveste una posizione significativa, forse fondamentale” e poi più sotto “il paradigma competitivo non è soltanto indesiderabile sul piano etico e politico, ma anche assai riduttivo nei suoi presupposti filosofici”. Dunque le sue fallacie non si verificano solo quando passo ad applicarlo, come se insomma fosse una sorta di ideale irraggiungibile ma auspicabile Il paradigma della competizione non funziona nella sua stessa formulazione … ... continua a leggere

La recensione di Eliana Villalta a Sospendere la competizione

La recensione di Eliana Villalta

Appena uscito in libreria, Sospendere la competizione è uno studio di ampio respiro, in cui confluiscono in parte alcune delle ricerche precedenti dell’autrice, arricchite dal civile e rigoroso confronto con un’ampia bibliografia librobonatorecente e meno recente sull’argomento. Il libro dialoga in modi diversi anche con alcuni degli autori presenti in questa edizione di pordenonelegge, ad esempio Roger Abravanel e Jean-Luc Nancy.
Parto dal titolo, dove campeggia evidentemente il tema della competizione, assunto come problema, a indicare il nucleo di un paradigma politico e culturale oggi dominante, ben più esteso della discorsività economica. Il modello competitivo poggia su una concezione antropologica antica e tuttavia ridisegnata in forma più ingenua e inquietante. È noto che alcune autorevoli voci si spingono a considerarlo quasi come una nuova religione, una fede almeno, nota sotto l’etichetta di neoliberalismo.
La competizione, come mostra Beatrice Bonato, è onnipervasiva, si estende ben oltre la competizione economica e il mercato, fino a plasmare la nostra quotidianità e soggettività e senza che ce ne accorgiamo; molto rapidamente produce forme di asservimento, di svuotamento del vivere democratico. Siamo messi in competizione, in forme il più delle volte distruttive, con gli altri e con noi stessi, … ... continua a leggere