Filosofia in città 4. Condividere il confine. Con Bruno Moroncini e Beatrice Bonato

FLORA 3Quarto incontro del ciclo Filosofia in cittàColloqui sull’individuo
Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Casa Cavazzini, domenica 17 aprile 2016 ore 11

Condividere il confine  Dialogo tra  Bruno Moroncini e Beatrice Bonato su Essere singolare plurale di Jean-Luc Nancy.

 


image

Letture di Cristina Benedetti. Musiche: Pierpaolo Gregorig, Sax – Marzio Tomada, Contrabbassonancy

Che cos’è un essere singolare? In che cosa consiste la sua, forse presunta, spesso romanticamente enfatizzata, unicità irripetibile? Questione speculare a un’altra: che cosa c’è di comune tra gli individui particolari? Dietro domande così cariche di ipoteche metafisiche, alla fine del XX secolo aleggiano ancora i fantasmi di un pensiero filosofico-politico che inseguiva la fusione nella comunità, cercandola nella dissoluzione del confine tra gli individui. Sono fantasmi che Nancy ha attraversato e dissolto, senza però far cadere il tema della comunità solo perché troppo compromesso con le follie del Novecento. Trasposto nella nozione dell’“essere-in-comune”, esso viene rinnovato in modo radicale. Solo apparentemente minimalista, l’espressione “essere-in-comune” descrive proprio il modo di essere della singolarità.
Quello che gli individui hanno in comune è precisamente ciò che li separa, li “spartisce”, e spartisce tra ciascuno di essi l’universalità della loro condizione. Condizione strana e paradossale, di comunicabilità … ... continua a leggere

Filosofia in città 3. Il fenomeno “Io”. Con Raoul Kirchmayr e Stefano Poggi

FLORA 3Domenica 20 Marzo 2016, Casa Cavazzini ore 11. Il fenomeno “Io”. Terzo appuntamento del ciclo di incontri Filosofia in cittàColloqui sull’individuo

STEFANO POGGI e RAOUL KIRCHMAYR dialogano sulla Quarta Meditazione cartesiana di E. Husserl. Letture di Stefano RizzardiMusiche di Claude Debussy e Maurice Ravel. Claudia Mauro, flauto – Eugenia Ceschiutti, arpa

Nel 1929 Edmund Husserl pronuncia a Parigi due conferenze, che sono il nucleo originario delle Meditazioni cartesiane. In questo testo, più agile e accessibile di altre sue opere, il fondatore della fenomenologia si confronta con Descartes, il filosofo del cogito. Da un lato Husserl riconosce l’affinità tra il proprio metodo dell’epoché e il gesto cartesiano del dubbio, dall’altro prende le distanze da quest’ultimo in modo anche deciso, liquidando per esempio come un falso problema quello di sapere se e come si possa dimostrare la realtà oggettiva del mondo, dopo averlo revocato in dubbio. La fenomenologia, egli sostiene, è certo una forma di idealismo, ma contrapporla al realismo significherebbe fraintenderla completamente. image 4Non si tratta di scegliere un’opzione metafisica piuttosto che un’altra, ma di chiarificare la vita della coscienza intenzionale come campo di formazione di tutti i fenomeni, compreso l’Io stesso. Alla povertà … ... continua a leggere

Filosofia in città 2. La differenza individuale con Brunello Lotti e Francesca Scaramuzza

 

FLORA 3Secondo incontro del ciclo Filosofia in città – Colloqui sull’individuo
La differenza individuale. Dialogo tra Brunello Lotti e Francesca Scaramuzza sul Discorso di metafisica di Leibniz. Conservatorio statale di musica “J. Tomadini” di Udine, domenica 21 febbraio 2016 ore 11.00

Letture di Stefano Rizzardi, musiche di Johann Sebastian Bach, Domenico Scarlatti, Georg Friederich Haendel, al pianoforte Alessandro Del Gobbo

 

pianista

foglio di sala

Presentazione

Leibniz scrive il suo Discorso di metafisica, di getto, in un momento di riposo, inseguendo quel progetto a lungo accarezzato di un cristianesimo universale che mettesse d’accordo le chiese cristiane, superandone le dispute. Lo invia ad Antoine Arnauld, convinto di ottenere, per il suo tramite, l’approvazione della chiesa cattolica, cosa che non avverrà. Nel piccolo scritto la sostanza individuale viene intesa come il soggetto la cui nozione è così completa da includere tutto ciò che gli accadrà e tutte le relazioni, anche infinitesime, che intrattiene con   l’universo. Si adombra in tal modo la definizione della realtà come l’unità di una complessità infinita. scaralottiConcordemente con gli obiettivi religiosi che Leibniz si prefiggeva, il problema dell’individuazione si flette così in quello del destino individuale, della sequenza degli avvenimenti che scandiscono la storia personale entro il … ... continua a leggere

Filosofia in città 1. Essere proprio questo Con Damiano Cantone e Andrea Tabarroni

colloqui-individuoqPrimo appuntamento del ciclo Filosofia in cittàColloqui sull’individuo
Teatro Nuovo Giovanni da Udine, domenica 24 gennaio 2016 ore 11.30

 Essere proprio questo

ANDREA TABARRONI, DAMIANO CANTONE

dialogano su Il principio di individuazione di Giovanni Duns Scoto.

Letture di Stefano Rizzardi e Raffaella Fabris
Musiche di Renato Miani
Davide Teodoro, Clarinetto – Carlo Teodoro, Violoncello

FLORA 3Si è aperto il 24 gennaio 2016 il ciclo Filosofia in città Colloqui sull’individuo al Teatro Nuovo Giovanni da Udine con una breve introduzione del direttore artistico Giuseppe Bevilacqua e una illustrazione del programma di Beatrice Bonato. L’incontro è iniziato con l’esecuzione dell’Introitus – Organum I dalla Fantasia super Veni Sancte Spiritus per violoncello e clarinetto basso del maestro Renato Miani  con Carlo Teodoro al violoncello e Davide Teodoro al clarinetto. Continua

 

cantab1

a sinistra Damiano Cantone, a destra Andrea Tabarroni

ESSERE PROPRIO QUESTO

ANDREA TABARRONIDAMIANO CANTONE

hanno dialogato su Il principio di individuazione di Giovanni Duns Scoto.

FLORA 3La declinazione che il principium individuationis conosce nel pensiero di Duns Scoto è uno dei lasciti più intriganti della filosofia medievale.  Essa ha tracciato un percorso accidentato nel corso della storia, fino a trovare nella filosofia degli anni sessanta del secolo scorso … ... continua a leggere

La natura della salute secondo il metodo analitico ed ermeneutico di Tiziano Sguazzero

La natura della salute esaminata secondo le prospettive del metodo analitico ed ermeneutico.
Presso il liceo “G. Marinelli” di Udine

Intervento di  Tiziano Sguazzero

La prima parte del seminario «La natura della salute secondo le prospettive del metodo analitico ed ermeneutico» prenderà in esame e metterà confronto due concezioni importanti della salute e della malattia: la concezione naturalistica-analitica e quella normativistica-olistica, facendo riferimento a filosofi della medicina sia di orientamento analitico (ad esempio Lennart Nordenfelt) sia di orientamento “continentale” (ad esempio Hans-Georg-Gadamer).Verranno messe in luce le differenze e le somiglianze più rilevanti tra i due approcci. In particolare la concezione normativistica-olistica della salute verrà messa in relazione al concetto di ben-essere inteso sia in senso soggettivo (lo stato di salute si accompagna a una certa percezione di ben-essere) sia in termini oggettivi (la sensazione di ben-essere contribuisce causalmente a rendere possibile l’esercizio delle proprie capacità). Il concetto di ben-essere sarà inoltre posto in relazione con la teoria delle capacità umane –nella prospettiva di Amartya Sen e Martha Nussbaum– anche sotto il profilo etico nella trattazione dei problemi fondamentali di giustizia (giusta allocazione delle risorse in sanità) e di valutazione della qualità della vita. Nella seconda parte della relazione si valuterà ... continua a leggere

L’arte della disputa filosofica di Gian Paolo Terravecchia

Presso il liceo “C. Percoto” di Udine.
Intervento di Gian Paolo Terravecchia

La disputatio è una metodologia classica dell’insegnamento medioevale oggi caduta in disuso se si guarda la didattica ordinaria della realtà scolastica italiana e non solo. Nelle scuole statunitensi d’elite è però utilizzata ormai da alcuni anni con un certo successo per formare i giovani destinati a diventare la classe dirigente e in Italia, da qualche tempo, ci sono alcuni tentativi di riprenderla e di riproporla soprattutto nei licei. La competenza sui contenuti tende nella pratica didattica ordinaria ad essere in Italia il punto di arrivo della migliore attività formativa: si comunicano le conoscenze e lo studente le deve acquisire. La disputa filosofica invece, prende le mosse da una rigorosa competenza sui contenuti, indubbio prerequisito di un approccio serio e rigoroso al dibattito; essa è però volta a formare persone capaci di presentare i contenuti studiati con tale competenza da riuscire a convincere che le proprie tesi sono le migliori. Insegnando a disputare, si punta soprattutto a fare acquisire competenze, cioè un modo di essere e di porsi, avendo il massimo rigore nell’utilizzo delle conoscenze. Tale pratica dialettica in cui ci si mette in gioco per convincere l’uditorio … ... continua a leggere

Il mestiere di pensare secondo la filosofia analitica di Enrico Petris

Presso il liceo “C. Percoto” di Udine Intervento di  Enrico Petris

austinLa discussione e le polemiche sulle principali scuole di pensiero filosofico del Novecento hanno avuto diversi momenti in cui si sono di volta in volta acutizzate e sopite. Il recente libro di Diego Marconi, Il mestiere di pensare, rappresenta per certi versi quello che è stato circa vent’anni fa in Italia il clamore suscitato da Analitici e continentali di Franca D’Agostini. L’attrito tra le due correnti è uno dei modi per presentare il complesso rapporto tra scienza e filosofia in un’epoca in cui i progressi scientifici corrono ad una velocità impensabile per la riflessione filosofica, che ha bisogno di sedimentazione, temperanza e chiarezza. Si tratta di capire se la filosofia, da sempre disciplina del dubbio e dell’esame critico, ha ancora un suo campo legittimo di applicazione o se invece debba essere spazzata via dalle evidenze della scienza e dalle opportunità offerte dalla tecnica. Si tratta anche di vedere se la modalità tipica del pensiero di tradizione analitica è lontano e radicalmente diverso da quella della filosofia continentale di impostazione ermeneutica, fenomenologica o dialettica. L’autopercezione degli analitici è spesso quella di essere gli unici ad avere le chiavi di … ... continua a leggere

Umano e postumano di Claudio Tondo

Presso il liceo “G. Galilei” di Trieste.
Intervento di Claudio Tondo

Affiancandosi ai saperi e alle pratiche tradizionali di modellamento fondate sull’esercizio, la bioportadisciplina e l’autodisciplina, le antropotecniche contemporanee evolvono nella direzione dell’ottimizzazione e del miglioramento (Human Enhancement), guidando l’umano oltre se stesso. L’obiettivo esplicito delle tecnoutopie di potenziamento è la continua perfettibilità delle componenti fisica, cognitiva, emozionale e morale; quello implicito, il conseguimento della perfezione, simbolicamente rappresentata dalla promessa transumana dell’immortalità terrena. Per comprendere la portata dei mutamenti, si evidenzieranno le relazioni degli uomini con il loro (possibile) “dopo”, la macchina: una macchina che non solo estende nel mondo esterno l’operatività umana, ma che – “violando” i confini del corpo – si ibrida con la nostra componente fisica ed è in grado di incorporare “intelligenza”. Tra le forme di vita emergenti tipiche della condizione postumana, il cyborg rappresenta la figura filosofica più rilevante: da un lato, gli organismi cibernetici incarnano, in particolare nell’immaginario, una metafora politica di liberazione, capace di infrangere ogni forma moderna di dualismo; dall’altro, se si considera la loro origine tecnica e scientifica (connessa alla possibilità di agire in ambienti ostili), promettono di realizzare il sogno cartesiano di … ... continua a leggere

Attività Inoperose di Graziella Berto e Beatrice Bonato

Presso il liceo scientifico “N. Copernico” di Udine

Discussione sul libro  L’uso dei corpi  di Giorgio Agamben.

Interventi di
Beatrice Bonato e Graziella Berto.

Abstract
Giorgio Agamben è una delle più importanti e intense voci della filosofia italiana e internazionale. La sua vasta e complessa opera si sta sviluppando da diversi anni secondo un progetto di ricerca ramificato e al tempo stesso compatto, inaugurato nel 1995 da Homo sacer. Quel testo metteva a tema la “nuda vita”, ovvero la vita privata di ogni segno politico di riconoscimento a cui veniva ridotto anticamente chi era bandito dalla comunità, realizzata su larga scala dai totalitarismi del Novecento e oggi incarnata dalle masse dei rifugiati senza diritti. Successivamente l’autore ha esplorato, con un metodo originale, filosofico e filologico insieme, le categorie del pensiero occidentale che hanno modellato la nostra attuale visione della politica, dell’economia, della vita pubblica e privata. Ha ritenuto di cogliere in questa storia le radici di ciò che il mondo è divenuto, ma anche le tracce di possibilità alternative, mai definitivamente cancellate.

Il seminario che proponiamo si concentrerà sull’ultima tappa di questo percorso, il saggio del 2014 L’uso dei corpi. Il testo prende le mosse da una … ... continua a leggere