Agostino e Amleto. Suggerimenti per un’analisi esistenziale. Intervento di Giuseppe Bevilacqua

FLORA 3Colloqui sull’individuo 6.  Il soggetto allo specchio   12 giugno 2016

Giuseppe Bevilacqua, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Roma.

Queste pagine riportano in forma scritta l’intervento del 12 giugno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, con alcune modifiche non sostanziali. Grazie per l’attenzione a chi leggerà questo scritto e per l’accoglienza che vorrà dare a un contributo che non ha pretese scientifiche: è frutto di una competenza nel campo del teatro e della drammaturgia  insieme a un antico amore per Agostino.

Il mio intervento vuole solo suggerire un possibile incrocio di competenze tra studi, aprendo una possibile interpretazione, non certo sostituirsi a quanti, tra storici, teologi, filosofi, hanno dedicato la propria vita allo studio metodico di queste due grandi figure. A loro il mio ammirato rispetto e le mie scuse se, senza saperlo, ho potuto dire cose già da loro dette con ben maggiore strutturazione e legittimità della mia.

Roma, 6 Luglio 2016

Una introduzione

Che cosa può unire questi due personaggi così distanti tra di loro?

Prendendo sul serio l’affermazione di F. Nietzsche secondo cui “ogni grande filosofia è sostanzialmente un’autobiografia” (Al di là del bene e del male), e pensando al testo Le Confessioni di Sant’Agostino, non è difficile sentire con immediatezza un legame tra di loro che oltrepassa i circa 1.200 anni che li separano. Entrambi infatti attingono al proprio vissuto profondo, entrambi non sono semplici speculatori, ma ricercatori in una messa in gioco, radicale, di loro stessi della propria esistenza nei nodi vitali e comuni di cui è composta, oltre che dagli avvenimenti più propriamente rivelativi. continua